domenica 4 dicembre 2011

Bella di un giorno

Vedo rosso e non mi chiamo B. Vedo rosso e non credo ai comunisti, né a Babbo Natale. Sono un tipo equilibrato, quindi, ma in questo periodo dell’anno il rosso mi pulsa davanti agli occhi.
L’Euphorbia Pulcherrima è in agguato. Temporizzata, fotoperiodica, ordigno floreale a orologeria, esplode con la novena e va sotto il falso nome di Stella di Natale. Fiutando il consumismo, con una spregiudicata operazione di marketing si è legata alle feste di fine anno come certi giornaletti si abbinano ai grandi quotidiani per trovare una platea. E ce l’ha fatta: si stravende solo un mese all’anno, il resto del tempo dormicchia indisturbata e anonima, pasturata nei vivai nell’unica non stressante attesa del Natale successivo.

E brava l’Euphorbia, riuscita tra le piante laddove in mille tra gli umani hanno tracciato la via: dare poco prendendosi molto, sfilarsi sul più bello e risorgere alquantum postea, per gabbarti di nuovo. Già perché in tutto quel tempo dimenticheremo di come la Stella ci abbia deluso: esplosiva e abbagliante nei paraggi dell’albero, era già in vena di spelacchiamento una manciata di giorni appresso. Mogia all’arrivo dei magi, nuda allo sgombero degli addobbi. Quelle che superano il 15 gennaio ingannano brevemente: annaffiate cautamente tosto s’inzuppano e marciscono rapide, oltre il necessario.
Una stella di Natale non muore: stramuore. Così vi fa del male, vi abbindola, vi istupidisce più del ritornello di Jingle bells. E lei, che sa dove toccare, cavalca non solo il buonismo natalizio ma si presta alla beneficienza (una stella per questo, una stella per quello) perché così fa business ballandovi sul cuore. Una tattica infallibile. L’anno dopo infatti, stolti la ricomprerete, perché sì, adesso so come si fa. La solita saputa che vi è parente o amica, puntuale vi rimbecca anticipatamente: quando perde le foglie devi metterla al buio! E coprila! (non dice coglione unicamente perché non le basterebbe) Dandole retta avete avuto storie difficili con i ripostigli, covi di ex pulcherrime incappucciate come ostaggi di narcos (sono orginarie del messico: dunque avezze ai narcos e aliene ai nostri climi).

Naturalmente manco una pianta è mai tornata quella di un dì perché se è vero che una volta (una sola) c’è stata la resurrezione, è anche vero che non s’è visto il becco di un foglia rossa. Mai più. Non ascoltate chi adesso dice che con la tecnica si può governare la situazione. Naa. Le foglie rosse ci circondano in questi giorni ma sarà la solita fiammata. In più il 2012 sarà bisesto. Vi pare che proprio in un anno bisestile l’Euphorbia cambia tattica?